Non sono cattolico. Se non inconsciamente, forse. Però c'è stato un periodo in cui andavo a messa, e fu quando, trasferitomi all'età di dodici anni nella città dove ora vivo, conobbi il mio primo amico. Un ragazzo molto religioso. Anche lui, casualmente, arrivato da un'altra città. Fu quindi per merito (o colpa) sua, che cominciai a frequentare la Chiesa, un ambiente per me totalmente insignificante, nel senso letterale: non riuscivo a cogliere il senso del rito, del capo chino, delle mani congiunte, dell'ostia assaggiata. Forse solo il segno di pace mi risultava comprensibile, ma neanche tanto: stringere la mano di qualcuno, senza dire "piacere, mi chiamo antonio, e Lei?", mi rendeva quel gesto in qualche misura nuovamente estraneo, per me "irrituale". In ogni caso, con il tempo, studiai (inconsciamente) le regole nascoste di quello "stare assieme", e imparai il modo di comportarsi, il modo di porsi, l'atteggiamento richiesto, e le ris
Commenti